domenica 30 giugno 2013

Risposta al segretario del PD Sirotti


Caro Sirotti, dici “molto rumore per nullacome se la discussione di questi mesi su PSC, urbanistica, futuro della città fosse stata inutilmente rumorosa.Come mai allora l’Ass. Sitta si è dimesso, il progetto “Modena Futura” è stato abbandonato, si è rinunciato a costruire nel Parco Ferrari, a Ponte Alto, nelCampo Cesana, Modena Est, Piscina Virgin e mi fermo per compassione. Mipare che il rumore, che in effetti è stato molto, non sia stato proprio “per nulla”ma anzi, abbia prodotto risultati importanti. Piuttosto mi chiederei come mai il PD stia dando ancora oggi l’impressione di subirli anziché farli propri e governarli. Da semplice iscritto la considero una linea politica gravemente perdente.

Continui dicendo che “i risultati della VIA saranno scrupolosamente rispettati”. Spero che lo scrupolo non sia pari a quello utilizzato per l’Autodromo di Marzaglia, dove l’Amministrazione ha disatteso le prescrizioni di VIA, come da noi denunciato e dalla Provincia confermato, e, cosa se possibile più grave, il mandato del Consiglio Comunale che imponeva di realizzare una pista prove. Josefa Idem si è dimessa per molto meno.

Ma cosa significa attendere i risultati della VIA? Questa procedura riguarda la compatibilità ambientale dell'estrazione di acqua dal sottosuolo, finalizzata alla regolarizzazione delle concessioni e NON la costruzione di nuove casenelle aree limitrofe.

Le scelte politiche si possono prendere tranquillamente oggi sulla base di tre principi semplici e fondamentali, e che dovrebbero essere condivisi da tutti:

1) Un principio di cautela, che implica di non costruire su un’area da cui confidiamo di prelevare l’acqua da bere per i prossimi secoli. Ricordo che nel territorio modenese non esiste un altro campo acquifero con la stessa portata, in grado di sostenere questi ritmi di estrazione.

2) Un principio di tutela, le cui politiche sono definite dal Piano Acque del 1981, che merita una revisione. Perché sono cambiate le dinamiche di ricarica della falde, causa l’abbassamento del Secchia e l’impermeabilizzazione dei suoli, sono diverse le precipitazioni a causa dei cambiamenti climatici, è avanzato il fronte dei nitrati a causa degli spandimenti. Ricordo che da 2 anni chiediamo venga redatto il “Piano Nitrati”, di cui si sono perse colpevolmente le tracce.

3) Un principio di pianificazione, tutte le zone F scontano lo stesso peccato originale: nessuna valutazione di sostenibilità sulle previsioni di insediamento. Si è semplicemente deciso di costruire li perché il retino del piano regolatore indicava zone a servizi generali, e qualcuno ha ritenuto che si potessero tutte trasformare in residenziali, al grido di “pane e mattone” e “vendiamo case alle giovani coppie”.

Noi riteniamo che le aree di via Cannizzaro ed Aristotele, le migliori nella conoide del Secchia per l'estrazione di acqua ad uso potabile, non devono essere occupata da edifici e vanno conservate come bene comune per le future generazioni.

E’ ora che il centro sinistra modenese si decida ad ascoltare le richieste che vengono dalla base. Come ha dimostrato il percorso dei “100xModena” sono i nostri elettori che ci chiedono di tutelare i campi acquiferi, di preservare il suolo vergine, di riqualificare l’esistente, di promuovere la mobilità sostenibile.

Se qualcuno pensa di utilizzare la VIA in corso per l’autorizzazione dei pozzi come una foglia di fico per costruire sta commettendo un grave errore, sarebbe invece ora di ridare idee e coraggio alla politica con scelte chiare e coerenti.

giovedì 27 giugno 2013

Venerdì 28/06 ore 21 Sala Giacomo Ulivi “Modena città ciclabile”


Venerdì 28 giugno alle ore 21 presso la Sala Ulivi ex mercato ortofrutticolo in via Ciro Menotti 137 a Modena conferenza dibattito con le proposte di Modena Attiva per una città ciclabile. L'incontro sarà aperto dalla relazione di Matteo Dondè "Mobilità sostenibile e città, una scelta di qualità" e dalle riflessioni di Lorenzo Carapellese su "PSC, pianificazione e mobilità a Modena". Paolo Silingardi illustrerà le proposte di modena Attiva per una Città Ciclabile.
La mobilità è uno degli elementi fondamentali che determinano la qualità della vita in città. Gli obiettivi per rendere Modena una città europea devono prevedere una riduzione delle auto in circolazione, il riequilibrio degli investimenti, oggi troppo orientati al sostegno della mobilità automobilistica, la revisione della rete delle piste ciclabili con l'obiettivo di garantire integrazione, sicurezza ed estensione, un piano sulla città ciclabile che garantisca ai ciclisti gli stessi diritti degli automobilisti.
La discussione sul PSC deve abbandonare la visione dei soli numeri per indicare scelte chiare a favore della riqualificazione urbana, delle zone 30 km e della mobilità sostenibile.
L'incontro sarà l'occasione per una riflessione comune sul tema mobilità sostenibile e bici in città, per condividere indirizzi e priorità e per promuovere un tema strategico nelle scelte programmatiche per la prossima legislatura. E’ tempo che si abbandonino i confronti sui nomi per avviare una serie riflessione su quali devono essere gli obiettivi strategici della prossima legislatura. 

Le proposte di Modena Attiva
Modena Attiva propone per la prossima legislatura un piano strutturale per rendere Modena una città ciclabile, privilegiando l’integrazione della rete e riconoscendo pari dignità agli interventi sulle ciclabili all’interno della mobilità. Di seguito le proposte più significative.

Moratoria sui parcheggi, malgrado abbiamo realizzato un enorme parcheggio, che pagheremo per 40 anni, sottoutilizzato, si continuano a proporre nuovi interventi, ad esempio un parcheggio all’interno del maneggio dell’Accademia o 300 posti auto interrati all’ex AMCM. La nostra proposta è di una moratoria sui parcheggi, almeno fino a quando il Novi Park non sarà adeguatamente utilizzato, destinando le risorse risparmiate ad interventi di sistemazione della mobilità ciclistica.

Costituzione di un ufficio biciclette, uno strumento di relazione tra i ciclisti, Amministrazione e le loro associazioni da cui raccoglie indicazioni e suggerimenti sulla mobilità ciclabile, per realizzare progetti con un riscontro reale sul territorio urbano. 
Per potere svolgere il ruolo di raccordo interno ed esterno all’Amministrazione l’Ufficio Biciclette deve collaborare con le diverse competenze che intervengono nella definizione e realizzazione della mobilità in città.

Unico assessorato mobilità e biciclette, oggi la delega alla mobilità ciclistica è dell’assessorato ambiente, come sei girare in bicicletta fosse un passatempo domenicale e non una opzione strategica alternativa al mezzo privato per gli spostamenti casa/lavoro/centro storico. Deve essere costituito un unico assessorato mobilità che integra anche la delega alla bicicletta.

Pari dignità investimenti per auto e biciclette, per risolvere i nodi critici, integrare le piste ciclabili, metterle in sicurezza e realizzare le piste ciclabili in via Giardini e via Emilia Est. Chiedendo che anche a livello regionale le risorse sulla mobilità siano equamente distribuite tra automobile, trasporto pubblico e biciclette.

Contrasto ai furti e riciclaggio di biciclette, una piaga sottovalutata, se avessimo gli stessi furto d’auto quale sarebbe l’impegno per contrastarli delle autorità competenti? Le biciclette vengono rubate e vendute in loco, contrastare il riciclaggio di biciclette rubate riduce la domanda e di conseguenza i furti.

500 auto ogni 1000 abitanti, raggiungere la media europea, oggi siamo a 650. Ridurre le auto in circolazione significa muoversi meglio, ridurre inquinamento e costi energetici, ridurre i costi per infrastrutture, migliorare la qualità dell’aria e la nostra salute. Un obiettivo che riduce le auto circolanti a Modena da 117.000 a 90.000. Considerando che ogni auto costa 6.000,00€ all’anno, significa far risparmiare alle nostre famiglie di 162 milioni di euro ogni anno, semplicemente garantendo una mobilità sostenibile in linea con le esperienze europee. Una forma indiretta ma efficace di sostegno al reddito.

Presentazione Matteo Dondè
Matteo Dondè, http://www.matteodonde.com è un architetto, esperto in pianificazione della mobilità ciclistica, moderazione del traffico e riqualificazione degli spazi pubblici, fa parte del comitato scientifico di "Salvaciclisti" e dela "Rete Mobilità Nuova", ha lavorato al piano ciclistico di Reggio Emilia. Ha al suo attivo diversi studi per la mobilità ciclabile e la realizzazione di zone 30, oltre ad aver diversi testi sulla mobilità ciclabile, tra cui "Guida all'uso corretto dei percorsi ciclabili""Linee guida per la progettazione delle reti ciclabili" "La condivisione della strada tra diversi utenti: relazione sul viaggio di studio FIAB a Berna"