venerdì 23 marzo 2012

Marzaglia, si è allungata la pista!


Dopo le fogne un’altra variante significativa tra il progetto approvato in Conferenza dei Servizi e quello realizzato.

La conferenza dei servizi per la valutazione ambientale del progetto “Centro di guida sicura in strada Pomposiana” proposto dalla Vintage srl si è conclusa il 20 dicembre 2007 con un rapporto sull’impatto ambientale, scaricabile dal sito www.modenaattiva.it/resources/rapportoambientale20122007.pdf

Sono 75 pagine di valutazioni, prescrizione e vincoli definiti con il preciso intento di verificare la compatibilità della struttura con la sua collocazione in un’area ambientalmente fragile e delicata: basti pensare alla sua naturale funzione di ricarica delle falde e alla presenza dei pozzi per il nostro acquedotto con la qualità migliore oggi disponibili a Modena.

E’ un documento interessante da leggere. Il confronto tra quanto presentato in sede di VIA dalla Vintage srl, le prescrizioni indicate per l’approvazione e la realizzazione concreta è ricco di sorprese.

Ne anticipiamo una, con il presentimento che non sarà l’ultima.

A pagina 31, all’interno del punto “3. Quadro di riferimento progettuale”, viene riportata la descrizione del progetto, in particolare la descrizione della pista recita: “Il percorso avrà una lunghezza di 1600 metri per 12 metri di larghezza che passano a 15 nella zona dei box.”

Se si confronta questo dato con la lunghezza reale del circuito riportato sul sito www.autodromodimodena.it si scopre che la pista si è magicamente allungata. Il circuito risulta essere infatti di 2007 metri. Il 25% in più, cambiando una delle caratteristiche fondamentali del tracciato che lo  rendono diverso da quello approvato.

C’è chi mormora che quei 407 metri in più, in barba alla VIA, siano fondamentali per ottenere l’omologazione per le competizioni. In effetti già a giugno dello scorso anno, in occasione della presentazione alla stampa, si poteva leggere sui giornali “Un tracciato tecnico di 2,007 km di lunghezza omologabile per ogni competizione eccetto la Formula 1”.

Si capisce anche perché la dizione “Centro di guida sicura” sia durata giusto il tempo dell’approvazione per trasformarsi rapidamente in un più appropriato “Autodromo di Modena”.

Perché perdiamo tempo a fare lunghe e costose valutazioni ambientali se poi le prescrizioni sono disattese e i progetti vengono realizzati in modo ostentatamente difforme?

E l’assessorato all’urbanistica del Comune di Modena, che dovrà dare l’agibilità all’impianto e che deve verificarne le corrispondenze con il progetto autorizzato in sede di VIA, cosa pensa di tutto ciò?


Ambientalisti criminali?

Caro assessore ha sbagliato nel fare affermazioni inopportune sull'acqua di Modena ma ciò che e' più grave e' la sua insistenza. 

Chi lo giudica un fatto caratteriale sbaglia, e' una sua chiara strategia politica. Mentre la maggioranza chiude un buon accordo sul piano abitativo sociale, recependo molte delle nostre richieste, lei tenta l'ennesimo strappo per rompere e avere le mani libere. 

Il piano di tutela delle acque, che  dimostra di non conoscere, e' prima di tutto uno strumento di studio per sapere come sono fatti gli acquiferi modenesi. 

Quando afferma che i futuri pozzi andranno fatti al di la della tangenziale dal punto di vista idraulico identifica lo stesso acquifero di Cognento, l'unico in grado di fornire 20 milioni di litri d'acqua all'anno. Non sostituibile in portata, qualità e costi con l'ipotetico impianto di depurazione del Secchia.   Dello stesso acquifero fanno parte i pozzi di via Panni. 

Il piano aveva suggerito di utilizzare i pozzi più a sud come pozzi barriera per estrarre le acque con concentrazioni troppo elevate di nitrati. E' stato fatto l'esatto contrario, i nitrati come previsto sono scesi a valle, e le sue proposte non fanno altro che perseverare nell'errore. 

Se si vuole tutelare la falda di Cognento ci sono tre strategie possibili. Evitare la discesa a valle delle acque troppo sature di nitrati, incentivare e favorire la ricarica delle falde da ovest, con acque infiltrate periodicamente dalle piene del Secchia, e non da ultimo, avere l'umiltà di rispettare una risorsa strategica e di interesse collettivo. 

Da ambientalista ritengo che su questo tema sarebbe ora di far tacere i politici e dare la parola ai tecnici. Per l'ennesima volta chiediamo la convocazione del tavolo nitrati e l'aggiornamento del piano di tutela delle acque, prima che sia troppi tardi. 

Purtroppo per lei la politica non e' fatta di insulti e aggressioni, non ci interessa investigare i suoi impegni, ma se non l'ha ancora capito questa città si aspetta ben altro da chi l'amministra.