sabato 31 dicembre 2011

Buoni propositi... e auguri per il 2012


Con l'arrivo del nuovo anno sono inevitabili i buoni propositi, e anche noi di Modena Attiva non vogliamo essere da meno.


Ecco quindi la lista dei nostri intenti per il 2012:

Per  l'anno che verrà ci proponiamo di essere più cattivi, perché è inutile, per dire quello che si pensa veramente, serve un pò di cattiveria....

Vorremmo essere anche più intransigenti, perché siamo stanchi delle parole che non vogliono dire niente....

Vorremmo riuscire ad essere anche più maliziosi, perché a pensare male purtroppo spesso ci si prende, non sempre, ma spesso...

Vorremmo essere più ideologici, perché le buone idee non cambiano posizione facilmente....

e infine vorremo essere di più perché, come sempre, più siamo e meglio stiamo.


Auguri a tutti per un ottimo e sostenibile 2012.

Piano Casa, le ultime interviste



PIANO CASA, le interviste uscite dal 27 ad oggi, Sitta, Silingardi, Pighi, Mezzetti e Boschini. Una lettura interessante per capire la posta in gioco....

giovedì 29 dicembre 2011

Chi cerca di bloccare lo sviluppo urbanistico di Modena?

E' interessante leggere la dichiarazione sul piano casa delle tre centrali cooperative.

Agci, Confcooperative e Legacoop auspicano che siano date risposte tecniche rassicuranti alle preoccupazioni sollevate per l’impatto ambientale delle nuove residenze. “A condizione, pero’- concludono i presidenti delle tre centrali cooperative- che non diventi un pretesto per cercare di bloccare lo sviluppo urbanistico di Modena”.

Premesso che ci piacerebbe avere copia del piano, da tanti citato temiamo senza averne avuto visione, una domanda sorge spontanea. Qual'e' il confine fino a cui la tutela ambientale può essere perseguita senza che si trasformi in vincolo allo sviluppo?

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sabato 17 dicembre 2011

Gazebo Piazza Grande


Se qualcuno sperava che la vicenda della baracchina a fianco del Principe avesse insegnato qualcosa all’Assessore Sitta sarà costretto a ricredersi. La recente polemica sul dehors in Piazza Grande ha inquietanti similitudine, e si presenta come una vera e propria coazione a ripetere.

Ciò che preoccupa non è tanto il fatto che la struttura sia stata posizionata prima di ottenere il permesso, o che questo sia stato concesso senza che ce ne fossero le condizioni e, ancora peggio, senza oneri, o che analoghe richieste di altri esercenti siano state bocciate. 

Ci si è ormai rassegnati anche al fatto che l’Assessore si vanti di decidere secondo le proprie personali convinzioni e non secondo le regole. Fatto di per sé grave, ma ormai noto, tanto che ognuno di noi potrà, prima di avviare una qualsiasi richiesta al Comune, anziché perdere tempo per verificare la legittimità delle proprie pretese, controllare direttamente se siano condivise dall’Assessore per avere la tranquillità di poter procedere.

La cosa che consideriamo veramente grave, e che vieppiù inquieta, è il cattivo gusto dell’Assessore che, viste le premesse, rischia di lasciare un segno indelebile sulla nostra città.

domenica 11 dicembre 2011

Procedura VIA e falde acquifere


Cosa direste scoprendo che i pozzi da cui beve la nostra città non sono perfettamente a norma? Il Piano Particolareggiato per via Aristotele deciderà dove e cosa costruire prima che la VIA in corso definisca aree di rispetto e tutela dei pozzi, che oggi sono autorizzati solo in modo provvisorio.

Nel 2006 AIMAG, giustamente preoccupata di regolarizzare l’unica fonte d’acqua potabile per il proprio territorio, predispone tutti gli atti per avviare la procedura di VIA con pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione in data 21 giugno 2006.

La Regione Emilia Romagna, dopo una rapida verifica, pone una questione molto semplice. Il campo acquifero di Cognento è unico e deve essere analizzato in modo unitario. Per questo chiede che venga ripresentata la domanda di VIA per i pozzi AIMAG ed Hera di via Arisottele e Cannizzaro con il relativo studio d’impatto ambientale.

Dal 2006 ad oggi, guarda caso proprio quando parte l’operazione aree F, tutto si ferma e la VIA è in attesa di essere riproposta come richiesto dalla Regione.

Perché non si pone al primo posto dell’attività amministrativa e delle priorità politiche la regolarizzazione dei pozzi da cui bevono 360.000 persone invece che l’edificazione dei terreni?

La procedura di VIA, pubblica e aperta alle osservazioni dei cittadini, obbliga ad affrontare due problemi evidenti:
1) La sistemazione dei pozzi AIMAG di via Aristotele, troppo vicini uno all’altro e che devono essere riposizionati.
2) La definizione di aree non edificabili come riserva per nuovi pozzi, necessari per sopperire cali di portata, nuove esigenze, altre variabili ad oggi non prevedibili o per semplice precauzione.

Sono valutazioni tecniche, a cui la politica dovrebbe garantire autonomia e spazio, applicando un sano principio di prudenza per garantire per le future generazioni una risorsa collettiva inalienabile come l’acqua.

Invece assistiamo al paradosso che i privati, su autorizzazione del Comune, hanno già predisposto il Piano Particolareggiato per Via Aristotele, prima che qualsiasi valutazione di merito sia possibile, mentre i nostri pozzi restano provvisori.

Noi continuiamo a fare una sola e semplice richiesta: che prima si facciano le valutazioni ambientali di merito e poi si proceda, nei limiti delle compatibilità, alle varianti urbanistiche.

sabato 3 dicembre 2011

Scelte politiche e valutazioni di merito?


E’ possibile che le scelte politiche siano indipendenti dalle valutazioni di merito? Noi crediamo di no. L’area del principale campo acquifero Modenese andrebbe gestita con una visione unitaria e il coinvolgimento di tutti gli enti competenti. Tra Cannizzaro e Aristotele ci sono i pozzi che forniscono acqua potabile a 360.000 persone, un aspetto che dovrebbe indurre a forte cautela.

Sull’area è in corso un procedura di VIA, unificata tra Aristotele e Cannizzaro su richiesta della Regione Emilia Romagna, che prevede studi specifici e un percorso pubblico, con osservazioni e controdeduzioni. Che senso ha procedere con varianti urbanistiche mentre la VIA è in corso?

Dopo la proposta di usare l’acqua del Secchia molti, tra cui lo stesso Comune di Modena, hanno chiesto il completamento del Piano Nitrati e l’aggiornamento del Piano di tutela delle acque, a cui adeguare gli indirizzi della pianificazione.

E’ inoltre evidente l’opportunità di definire le aree di riserva da mantenere disponibili per eventuali nuovi pozzi, ad integrazione o sostituzione degli attuali, che per loro natura non sono eterni.

In questo quadro, la priorità è la salvaguardia delle acque potabili, mentre l’edificazione sarà possibile nella misura in cui non confligga con la tutela dei pozzi. Invece del confronto con gli enti coinvolti e con i cittadini si preferisce accelerare le procedure con motivazioni molto deboli, per cui sulle aree pubbliche sarebbe possibile attivare percorsi partecipati (via Cannizzaro) mentre su quelle private no (via Aristotele). Come se gli impatti sulle falde cambiassero a seconda dei proprietari dei terreni.

Limitare la politica urbanistica alla trasformazione delle aree F in edificabili è stato un errore strategico che anziché ridurre i tempi li sta allungando. Anche perché il percorso decisionale non ha previsto studi d’impatto ambientale con valutazione delle possibili alternative, e non si possono giustificare tutti gli interventi sulla base dell’esigenza di costruire nuovi alloggi di edilizia sociale.

Non serve banalizzare il problema sostenendo che si è sempre edificato sulle aree dei pozzi (prima però che il PRG lo vietasse) e che costruendo si protegge la falda. I problemi che stanno emergendo nell’autodromo di Marzaglia indurrebbero ad atteggiamenti molto più prudenti.

Insieme al dott. Adriano Zavatti, abbiamo illustrato motivazioni tecniche e di merito e proposto una scelta chiara: sospendere i processi di pianificazione in corso dando priorità alle procedure di Via e ai Piani di tutela delle acque. Non siamo per un no a priori, ma chiediamo semplicemente di verificare le problematiche ambientali prima di redigere i piani particolareggiati di edificazione per le aree F con evidenti criticità. Una richiesta di buon senso e facilmente accoglibile.

giovedì 10 novembre 2011

Firma il manifesto per la tutela dell'acqua




Firma

Sostieni il manifesto per l'acqua e la richiesta al Sindaco Giorgio Pighi di sospendere le costruzioni sui campi acquiferi e dare priorità al piano di tutela delle falde.

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martedì 8 novembre 2011

10 Domande all'Amministrazione dal Villaggio Giardino

Il Comitato Villaggio Giardino alla luce dei tre comunicati (non ne bastava uno per dire la stessa cosa, nello stesso modo confuso e generico?) e dell’improvvisa conferenza stampa convocata d’urgenza dal Comune di Modena, subito dopo aver appreso la notizia dell’assemblea di domani 9 novembre sulla tutela delle acque modenesi, organizzato da Modena Attiva e dallo scrivente Comitato intende sottoporre all’Amministrazione comunale i seguenti dieci quesiti:

1. Se come si legge nel comunicato ‘allo stato attuale non sussistono situazioni di criticità di qualità e di quantità del sistema idropotabile modenese’ perché l’Amministrazione ha deciso improvvisamente di convocare una conferenza stampa annunciando la potabilizzazione del Secchia di cui – come testimonia la lettera all’Ato non esiste alcuno studio tecnico?
2. L’Amministrazione può spiegare con chiarezza e trasparenza se questo famigerato tavolo tecnico con ‘stimate professionalità nei settori delle pubbliche amministrazioni, del mondo universitario, dei gestori’ esiste veramente e ha prodotto questo cosiddetto ‘Masterplan’ (parola inesistente nei vocabolari d’inglese) oppure come lo stesso Assessore Arletti sostiene nel suo stesso comunicato la formazione di questo tavolo tecnico è un invito che il Comune fa all’Ato?
3. L’assessore responsabile dell’ambiente è a conoscenza del fatto che la competenza in materia di acque è della Provincia, di Ato e della Regione?
4. Se il nostro piano delle acque del 1981 – uno dei primi in Europa, apprezzato a livello internazionale - come scrive l’Assessore ‘è ancora attuale e non ha perso di validità’ perché si vuole cambiarlo? A che pro e in ragione di quali trasformazioni?
5. Nei diversi comunicati e nella conferenza stampa il Sindaco e l’Assessore Arletti hanno assicurato che i pozzi esistenti di via Cannizzaro e via Aristotele sono essenziali per il nostro approvvigionamento idrico: perchè invece l’Assessore Sitta ha pubblicamente detto che verranno chiusi?
6. Qual è stata l’ultima seduta del Tavolo dei nitrati? Da chi è composto questo organismo? Quali sono gli studi prodotti?
7. Perché Hera e il Comune hanno deciso di tagliare il progetto di trattamento dei nitrati nell’acquedotto di via Cannizzaro?
8. Perché l’Amministrazione continua ad affermare che l’area verde dei pozzi acquiferi di via Cannizzaro è ‘edificabile da sempre’ mentre ciò non risponde al vero, secondo quanto previsto nel PRG ancora vigente del 1989, ogni giorno stravolto dalle numerose devastanti varianti?
9. Se non esiste ancora un piano di potabilizzazione del Secchia come può l’Amministrazione sostenere che questa ipotesi sarà a costi sostenibili per la comunità, senza aumentare le bollette di Hera?
10. L'assessore Arletti è sicura d'interpretare lo spirito referendario presentando alla città un piano pensato da Hera SPA – così ha dichiarato alla stampa l’Assessore Sitta - società di capitale quotata in borsa il cui obiettivo naturale è fare profitti?
11. Infine l'Amministrazione comunale è in grado di mostrarci quali aree sarebbero disponibili dopo la cementificazione di oltre 650 alloggi previsti su via Cannizzaro e via Aristotele in quella zona, la più ricca d'acqua di tutto il territorio modenese?

Ci auguriamo che il Comune possa rispondere tempestivamente e con precisione alle questioni poste dal Comitato nell’interesse di tutti i cittadini modenesi.

Grazie mille

Il Comitato Villaggio Giardino

giovedì 3 novembre 2011

La bevo o no?

Cosa sta succedendo alla nostra acqua? Ci costruiamo sopra, chiudiamo i pozzi di Cannizzaro, spostiamo i pozzi a ovest, purifichiamo l'acqua del Secchia, non estraiamo più dai pozzi di via panni ma millantiamo l'esigenza di realizzare pozzi barriera. Insomma l'unica cosa certa e' che c'è troppa confusione. E così, guardando scorrere l'acqua del Sindaco dal rubinetto mi domando: la bevo o no?


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lunedì 31 ottobre 2011

La guerra ai pozzi

Nel 1984 una norma urbanistica del Comune di Modena decide di definire un’area di tutela delle falde acquifere attorno ai pozzi. Il motivo è semplice: il comune ritiene di dover tutelare l’acqua che beviamo evitando di costruire in una fascia di rispetto. La città cresce attorno a queste aree, destinate a servizi generali, che restano aree libere, e sempre più appetibili.
Oggi, nel 2011, qual è la situazione dei pozzi di Modena?
I pozzi di via Panni non sono più utilizzati perché hanno superato i limiti dei nitrati, ben oltre i 50 mg per litro. Un problema serio che dovremmo inserire nelle nostre priorità. Vicino ai pozzi di Marzaglia abbiamo realizzato cave e costruito una pista automobilistica.
Sui pozzo di via Aristotele, che sono nella stessa aree di tutela di quelli di via Cannizzaro, gestiti da Aimag, che danno da bere a 180.000 abitanti nella bassa, si prevede di costruire oltre 400 alloggi.
Sui pozzi di via Cannizzaro che danno da bere a Modena, si prevede di costruire oltre 200 appartamenti.
Si prevede che per l’acqua ci saranno grandi conflitti, ma qui pare che la guerra si faccia ai pozzi.


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giovedì 27 ottobre 2011

Acqua e politica. Tutela delle falde ieri, oggi e domani. 9/11 sala Marie Curie

Mercoledì 9.11.2011 ore 21
Sala Marie Curie Circoscrizione 4, 
Villaggio Giardino Via Marie Curie, 22

Serata di confronto e discussione

• Adriano Zavatti
Le risorse idriche modenesi e le politiche di pianificazione
• Paolo Silingardi
Manifesto per la tutela dei campi acquiferi

Ampio spazio al dibattito e alla partecipazione

Un’occasione per discutere delle relazioni tra pianificazione, urbanistica e ambiente, con un'attenzione particolare all'acqua, bene comune primario da tutelare, conservare e garantire, in qualità e quantità, oggi e domani.

Perché prima di fare è utile pensare, discutere, confrontarsi, parlare.

sabato 8 ottobre 2011

Quando serve bisogna saper dire no.


Non servirà, perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, ma noi diciamo da tempo si ai PEEP, si all’affitto, no all’approvazione indiscriminata di tutte le aree F. Non ci pare una posizione difficile da comprendere. Vogliamo discutere nel merito delle singole zone e poter esprimere giudizi puntuali e motivati, perché quando un’area diventa edificabile non è più possibile tornare indietro. Molti di noi hanno dimostrato concretamente la loro capacità di dire si. Oggi però, come ha ricordato Germano Bulgarelli, bisogna sul tema urbanistica essere molti vigili e saper dire, quando serve, no.

Costruire in via Cannizzaro e via Aristotele, sui pozzi di Modena e Carpi, che alimentano ben 360.000 persone, ipotizzandone la chiusura e senza avere studiato alternative concrete è una scelta sbagliata, che contrasta con 30 anni di pianificazione e tutela ambientale. E’ evidente il gioco retorico per cui si riduce una critica puntuale ad un no a prescindere, sfuggendo al confronto di merito.

Una domanda sorge spontanea, perché si vuole procedere con tutte le aree F mentre basterebbe, preso atto delle problematicità di alcune, stralciarle per valutare le alternative e gli impatti all’interno di una variante del PSC?

Da tempo affermiamo che la fase dell’espansione urbana è da considerarsi finita insieme alla domanda di case in proprietà. I bisogni dei giovani oggi sono cambiati, abbiamo una generazione di precari e di occupati saltuari, che non può accedere al mercato dei mutui. Il problema per loro non è la casa in proprietà ma l’affitto, condizione indispensabile per costruirsi una famiglia o per uscire da quella dei genitori.  I giovani possono investire a Modena per il proprio futuro, solo se il mercato dell’affitto sarà in grado di dare risposte adeguate ed economicamente sostenibili.

Per questo chiediamo che ai PEEP sia affiancata una seria politica di sostegno dell’affitto, con forme nuove di housing sociale che devono coinvolgere risorse pubbliche, disponibilità di terreni, maggior competizione tra le imprese e una rinnovata attenzione ai costi di costruzione, da contenere il più possibile.

E’ un peccato che la mancata disponibilità al confronto non permetta di valorizzare il buono che questa città ha fatto. Il nuovo scalo merci, il recupero della fascia ferroviaria, lo spostamento della linea storica sono il frutto di scelte politiche fatte oltre dieci anni fa, a cui molti di noi hanno partecipato attivamente. Faremo di tutto perché anche le scelte di oggi ne siano all’altezza.

Rintanati in un salotto?

Così ci descrive, con la solita classe, l'assessore Sitta. Rintanati in un salotto. Questo perché secondo lui l'altra sera alla Palazzina Pucci non eravamo presenti. L'assessore può stare tranquillo, siamo in tanti, e anche se lui non lo sa, negli incontri qualcuno di noi c'è sempre.

Invece dei soliti insulti l'assessore ci potrebbe spiegare perché vuole costruire sui pozzi di Modena, dove pensa di prelevare l'acqua da bere per i modenesi e sulla base di quali studi e ricerche può motivare le sue proposte?

In un confronto reale su questi argomenti saremmo ancora di più.

giovedì 6 ottobre 2011

Aree F, che fare? Prioritario tutelare i nostri pozzi.


E’ evidente la distanza tra le politiche urbanistiche dell’amministrazione e una parte sempre più grande della città. Se la gradualità negli interventi sulle aree F, indicata dal PD del luglio scorso, si deve valutare dal tour de force in corso nelle circoscrizioni, qualcosa non va.  E’ ora di prendere atto che manca la disponibilità al dialogo e che non si vuole avviare quella seria revisione sulla politica urbanistica richiesta da più parti, ma inascoltata in Piazza Grande.

Quindi che fare? Sulle scelte in corso urgono azioni per la limitazione del danno. Costruire sulla falde acquifere di via Cannizzaro e via Aristotele sarebbe un grave errore. Oltre 20 anni di studi hanno sempre identificato quell’area come la migliore per estrarre la nostra acqua da bere, ora improvvisamente si parla di chiusura e trasferimento dei pozzi. Nelle prossime settimane Modena Attiva avvierà iniziative per la tutela dei nostri pozzi e delle 360.000 persone che ne utilizzano quotidianamente l’acqua.

Nel 2005 anziché aggiornare il PSC si decise di prendere l’apparente scorciatoia della trasformazione delle aree a servizi generali in edificabili. Senza valutazioni puntuali sugli impatti, sulla viabilità, sui servizi, sull’ambiente. Senza una visione d’insieme per un’operazione da oltre 6.000 alloggi. Inserendo aree critiche come Ponte Alto, non tanto per i prevedibili problemi d’inquinamento, ma per l’improbabile collocazione di residenza in un’area a ben altra vocazione.

Oggi, dopo ben 6 anni, in un quadro economico e sociale ben diverso, emergono tutti i limiti di una scelta che andrebbe serenamente rivista.

Non basta, per giustificare le scelte fatte allora, richiamarsi oggi all’housing sociale senza chiarire come e con quali risorse. Se una scelta di pianificazione è sbagliata tale rimane anche per i PEEP. Non serve giocare con i numeri, il diritto di edificabilità che viene riconosciuto ai privati sarà esercitato appena possibile, con tutto il relativo carico d’impatti. Come non serve appellarsi, in modo un po’ patetico e strumentale, ai giovani e ai loro bisogni.

Perché non impegnarsi per realizzare una variante omogenea agli strumenti urbanistici comunali e avviare l’elaborazione di un nuovo PSC, invece di insistere sulla strada collaudata del braccio di ferro, che ha già prodotto l’anomalia politica di una giunta senza SEL e IDV?

Nel centrosinistra è diffusa in modo ampio la richiesta di cambiamento. Definirla come l’egoismo isolato di pochi è sbagliato, pretestuoso e poco intelligente. La politica è altra cosa. In questa situazione l’unica strada percorribile è lavorare con la base elettorale del centrosinistra. Non si tratta di lanciarsi in uno sterile toto-nomine, ne di ipotizzare una lista civica, ma di contribuire alla definizione di una piattaforma programmatica chiara, precisa, credibile, dove le parole coincidano coi fatti e dove gli elettori del centrosinistra trovino un’alternativa concreta alle attuali, superate, politiche. Sapendo che il rinnovamento passerà dalle primarie e da nuovi nomi, perché non esistono politici per tutte le stagioni.

Se poi l’assessore Sitta vuole capire cosa pensa una parte della città venga domenica al TeTe a vedere l’inchiesta sull’urbanistica realizzata da giovani per i giovani. Troverà tanti precari a cui potrà spiegare come accendere ai mutui sulla prima casa.

mercoledì 5 ottobre 2011

LA CRISI DEGLI ASINI

Un uomo in giacca e cravatta è apparso un giorno in un villaggio. In piedi su una cassetta della frutta, gridò a chi passava che avrebbe comprato a € 100 in contanti ogni asino che gli sarebbe stato offerto. I contadini erano effettivamente un po' sorpresi, ma il prezzo era alto e quelli che accettarono tornarono a casa con il portafoglio gonfio, felici come una pasqua. L'uomo venne anche il giorno dopo e questa volta offrì 150 € per asino, e di nuovo tante persone gli vendettero i propri animali. Il giorno seguente, offrì 300 € a quelli che non avevano ancora venduto gli ultimi asini del villaggio. Vedendo che non ne rimaneva nessuno, annunciò che avrebbe comprato asini a 500 € la settimana successiva e se ne andò dal villaggio. Il giorno dopo, affidò al suo socio la mandria che aveva appena acquistato e lo inviò nello stesso villaggio con l'ordine di vendere le bestie 400 € l'una. Vedendo la possibilità di realizzare un utile di 100 €, la settimana successiva tutti gli abitanti del villaggio acquistarono asini a quattro volte il prezzo al quale li avevano venduti e, per far ciò, si indebitarono con la banca. Come era prevedibile, i due uomini d'affari andarono in vacanza in un paradiso fiscale con i soldi guadagnati e tutti gli abitanti del villaggio rimasero con asini senza valore e debiti fino a sopra i capelli. Gli sfortunati provarono invano a vendere gli asini per rimborsare i prestiti. Il corso dell'asino era crollato. Gli animali furono sequestrati ed affittati ai loro precedenti proprietari dal banchiere. Nonostante ciò il banchiere andò a piangere dal sindaco, spiegando che se non recuperava i propri fondi, sarebbe stato rovinato e avrebbe dovuto esigere il rimborso immediato di tutti i prestiti fatti al Comune. Per evitare questo disastro, il sindaco, invece di dare i soldi agli abitanti del villaggio perché pagassero i propri debiti, diede i soldi al banchiere (che era, guarda caso, suo caro amico e primo assessore). Eppure quest'ultimo, dopo aver rimpinguato la tesoreria, non cancellò i debiti degli abitanti del villaggio ne quelli del Comune e così tutti continuarono a rimanere immersi nei debiti. Vedendo il proprio disavanzo sul punto di essere declassato e preso alla gola dai tassi di interesse, il Comune chiese l'aiuto dei villaggi vicini, ma questi risposero che non avrebbero potuto aiutarlo in nessun modo poiché avevano vissuto la medesima disgrazia. Su consiglio disinteressato del banchiere, tutti decisero di tagliare le spese: meno soldi per le scuole, per i servizi sociali, per le strade, per la sanità ... Venne innalzata l'età di pensionamento e licenziati tanti dipendenti pubblici, abbassarono i salari e al contempo le tasse furono aumentate. Dicevano che era inevitabile e promisero di moralizzare questo scandaloso commercio di asini. Questa triste storia diventa più gustosa quando si scopre che il banchiere e i due truffatori sono fratelli e vivono insieme su un isola delle Bermuda, acquistata con il sudore della fronte. Noi li chiamiamo fratelli Mercato. Molto generosamente, hanno promesso di finanziare la campagna elettorale del sindaco uscente. Questa storia non è finita perché non sappiamo cosa fecero gli abitanti del villaggio. E voi, cosa fareste al posto loro? Che cosa farete? Se questa storia vi ricorda qualcosa, ritroviamoci tutti nelle strade delle nostre città e dei nostri villaggi Sabato 15 ottobre 2011 (Giornata internazionale degli indignati) Vedi link http://italianrevolution-roma.blogspot.com/2011/09/15-ottobre-united-for-global-change.html

martedì 4 ottobre 2011

Domenica sera al TeTe, anteprima di "Modena al cubo" video inchiesta di Gabriele Veronesi.

La proiezione del documentario è prevista per Domenica 9 Ottobre alle ore 21.30, presso il Teatro Tempio di viale Caduti in Guerra 192 a Modena. Seguirà un dibattito moderato da giornalista Stefano Aurighi, in cui verrà dato spazio agli interventi del pubblico.

L’invito è esteso a tutta la cittadinanza, l’ingresso è gratuito.

Per chi volesse segnalare la propria adesione può farlo tramite l’evento su Facebook o contattando Gabriele Veronesi tramite la mail che trovate al sito del progetto www.modena3.it.

Un documentario interessante sulla nostra città, sulle più recenti vicende urbanistiche, importante da vedere perché è indispensabile conoscere per partecipare.

lunedì 3 ottobre 2011

Lettera di Luca De Pietri a Boschini

Gentile Boschini,

Ho letto sulla Gazzetta di Modena di oggi le sue legittime, quanto a mio parere non condivisibili, osservazioni nei confronti dell’arch. Righi Ezio e del suo ostinato e puntuale commento alle scelte urbanistiche della giunta.

Un giudizio, il suo, che non condivido nel merito e nel metodo, ma che definisce con chiarezza la posizione del PD di Modena che lei rappresenta. Quasi che la posizione dell’arch.tto Righi non fosse stata mai espressa all’interno dei forum del PD o nelle diverse istanze ed opportunita’ di confronto interno, se possibile.

Per chi come me ,e’ iscritto al pd dalla sua fondazione dispiace dover constatare che a 8 mesi dalla nascita di Modena Attiva, dopo mesi di confronti anche aspri, decisi , ma nel merito e mi darà atto senza altri motivi del battersi in cio’ che e’ giusto, non solo e’ continuato il disinteresse, anzi s’e’ ulteriormente liquidato il tema del dissenso con apparente sufficienza, ma nel profondo con una decisa volonta’ di emarginazione, per me come per altri nessuna possibilita’ di dialogo, tranne con alcuni amici come Trande,Vecchi, o Casadei e la segretaria del mio circolo, persone a cui confermo la mia stima e amicizia.

Il Pd aveva un’obiettivo ambizioso al quale avevo aderito con entusiasmo e che ora faccio fatica a riconoscere in questo partito, in numerosi ambiti. Dalle posizioni ambigue su importanti temi etici e valoriali (scuola private, omofobia,ma anche Afghanistan,guerra in libia), alla gestione di processi politici locali e nazionali (referendum su acqua e nucleare o sul tema dell’inceneritore e dei rifiuti). Molte delle persone, come me provenienti da ambiti diversi da ds e margherita che si erano avvicinate al progetto del Pd si erano illusi che avrebbero potuto portare un contributo in termini di idee e innovazione, di partecipare ad un laboratorio in costruzione di un’identita’ di alternativa non solo al Berlusconismo, ma piu’ ambiziosamente a un’idea di sinistra, di equita’e giustizia, con attenzione ed ascolto per le idee innovative che pur circolano in europa nella cultura riformista ed ecologista. Una delle prime domande che ci siamo posti alla nascita di MA era quali nuove modalità di coinvolgimento e ricambio ha creato il Partito? Questa emarginazione non ha certo offeso né me , tantomeno credo, le altre persone già molto impegnate fuori dalla politica. Mi chiedo tuttavia se era necessario fare tanto rumore sul ricambio generazionale quando basta guardare chi sta ancora in cabina di regia per capire che, in fondo, non è cambiato niente. Inneggiare al cambiamento, all’idea di una società e di una politica nuove serve a poco se manca il coraggio di intraprendere fino in fondo le azioni necessarie a realizzare queste idee.

Poi e’ evidente che il partito perde quella capacita’ di incidere sulle politiche di giunta o di governo ,se le spinte di proposte innovative non escono dallo slogan propagandistico invece per dimostrare che un’altra idea di societa e' possibile’, poco e’ uscito dal convegno sul lavoro come disegno strategico, quindi molto dall’illusoria e superficiale proposta locale “piu’ si costruisce piu’ lavoro c’e’”.

Ancora assisto ai balletti delle alleanze, quasi interessi solo vincere, piuttosto che convincere su un progetto di idee condivise. Il punto e’ proprio ,che e’ con questa lente che il pd o almeno la sua classe dirigente, legge la societa’ ed i suoi mutamenti. Dovevamo attendere il 2011 per accorgerci di un precariato disperato e debole?di un'ingiustizia generazionale sul riconoscimento dei diritti al lavoro come ad una pensione giusta? Dovevamo aspettare Penati o Tedesco per declinare con chiarezza la distanza tra affari e politica? Dovevamo attendere fukushima per un giudizio chiaro sul nucleare o meglio su una chiara strategia energetica? Ancora chiedo il rinnovamento della classe dirigente del partito e delle sue rappresentanze quali disastri deve ancora attendere,e quali occasioni perdere?

Vede caro Boschini, io pensavo che il clamore e le adesioni su un semplice “urlo di partecipazione” che Modena Attiva aveva lanciato anche nella ns citta’ fosse colto con capacita’ di ascolto ,ma non e’ stato cosi’. Altri hanno raccolto questa volonta’ di discussione e cambiamento,ma non il mio partito in altalena costante tra l’anatema ed il bonario “suvvia state buoni”.

Il pd e’ costituito da un composito popolo di straordinaria indulgenza, capacita’ e coraggio ,non leggo aime’ nella sua classe dirigente con le debite eccezioni quella capacita’ di “mettersi in cammino” a cui faceva riferimento Veltroni alla nascita del pd, cioe’ di avviare un profondo rinnovamento culturale e politico in grado di fornire il senso di appartenenza ad un progetto politico condiviso, forse perche' in fondo non lo pensava davvero.

Ho assistito a straordinari balletti da vecchia politica, anche nella mia citta’ in un confuso rapporto tra eletti e partito, la trasfigurazione di quella che e’ stata a Modena la buona amministrazione che spesso addirittura al contrario, faceva sintesi,di buona politica, nelle alleanze di governo della citta’, anche oltre i partiti che la sostenevano.

Cosi’ fu per il sindaco Barbolini nella pluralita’ di esperienze che componevano le sue giunte, ma non per Pighi dopo la nascita del pd e questo e’ un fatto non casualmente voluto.

L’incapacita’ di incidere del pd modenese sulla disastrata giunta Pighi e’ il sintomo di una debolezza non sua personale Boschini , ma strutturale del pd stesso, dove purtroppo straordinarie oligarchie di poteri dentro e fuori il partito ne indeboliscono il ruolo e la “portanza” politica. Non e’ un caso che infatti corrisponda all’agire politico della giunta che pur sostengo, la “cabala degli interessi” estranei spesso ai bisogni, dobbiamo costruire di piu’ incenerire di piu’, consumare di piu’ ecc

Disattendendo quell’atteggiamento virtuoso e corretto della sobrieta’ alla base della cultura contadina della gente della ns citta’, del consumare meno e meglio nell’interesse comune, ed anche tradurre le necessita’ del bene comune in opportunita’ per la crescita, l’occupazione,il vivere bene in un’ambiente migliore e piu’ sano.

La scelta dell’incenerimento e di una strategia sui temi dell’ambiente declinata da Hera e’ una contraddizione evidente e palese, cosi’ come un psc fatto per i costruttori invece che per i cittadini, non basta ora assieparsi dietro la richiesta di hausing sociale per convincere a costruire nelle zone a servizi, perche’ queste scelte le avevate gia’ in cantiere ben prima della crisi e con franchezza con ben altri obiettivi. La performante abitudine dell’Assessore alle urbanizzazioni di costruire laddove e’ possibile e anche dove no, per buona pace della mancanza di una strategia piu’ ampia e coerente dei confini del Comune di Modena, e’ il sintomo evidente di una mancanza di visione strategica di ampio respiro, senza la quale prende forma solo la richiesta di chi ha potere e forza di chiedere, rispetto chi questo potere , questa forza non ha .

Questo aspetto di mancanza di governance, di strategie “alte” , nella confusione di ruoli tra eletti , nominati nelle giunte e negl’enti o societa’ di servizi e partito,crea incertezza programmatica.Piu' sono riststretti i limiti nell’orrizzonte culturale di riferimento, piu evidente e' la debolezza della funzione del partito. Tutta questa confusione, accompagnata da una crisi economica che mina fortemente le capacita’ delle pubbliche amministrazioni, e’ un segnale che afferma che la giunta della citta’ abbisognerebbe di un profondo adeguamento , anziche’ aggiustamenti di maniera, un di piu’ appunto, come intende il Sindaco,risposte deboli appunto su cui il partito non puo' incidere piu' di tanto.

Non pretendo ovviamente che lei risponda gentile Boschini a queste mie spontanee riflessioni , quanto piuttosto per correttezza ,addurre alcuni motivi nel confermarle x coerenza le mie dimissioni dal PD modenese, restituendo la tessera al segretario del mio circolo.

Con stima

Luca De Pietri

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venerdì 23 settembre 2011

Orti ai giovani


Lo disse durante un’intervista Luca Cordero di Montezemolo una decina di anni fa “La ricchezza del futuro sarà il tempo”. Non sapeva però quanti “ricchi” avremmo avuto nel nuovo secolo: disoccupati, inoccupati, cassintegrati, lavoratori in mobilità, rifugiati. Peccato che tutta questa ricchezza a loro disposizione, al pari dell’oro,  non si mangi. E peccato anche che in questo 1° Mondo si sia perso il contatto più semplice e profondo con ciò che viene prima del prodotto e dei quattrini per comprarlo: la terra, la terra agricola, ricca e generosa del nostro territorio. La nostra terra si è trasformata in lotti, lotti da urbanizzare; la terra agricola, in ambito regionale soprattutto a Modena, è stata divorata dal cemento. Ma questa ormai è storia, rigida e cristallizzata, su cui in buona parte non si può più fare nulla. Quello che invece si può fare è di stoppare le ruspe, i cantieri, i lavori per costruire ciò che ormai  non si vende più e ridare un po’ di spazi e di saperi a chi lo desidera. Si può occupare il tempo, che quando si ha per costrizione, per mancanza di possibilità, diventa una prigione e dare orti ai giovani, e non solo agli anziani. Si può progettare di vivere a  Modena  e avere un po’ di terra vicino alla città per coltivare la verdura per la propria famiglia; si può  riportare alla vita un campo che sembrava morto. Tutto questo può progettarlo un’amministrazione che si interessa allo stato di benessere dei cittadini, come piccolo segno, leggero, ma duraturo. Non crea posti di lavoro, ma aiuta il bilancio familiare e può togliere da stati di inerzia pericolosi per l’essere umano e per la società, valorizza il senso del lavoro in se stesso, come attività umana qualificante e non esclusivamente come fonte di reddito. E anche questo è Welfare il cui significato, vale la pena ricordarlo, è quello di benessere,  non di assistenza. 
Paola Aime

sabato 17 settembre 2011

Puliamo il mondo

Iniziativa di Legambiente al Parco Ferrari. Domenica 25 settembre ore 15 - 19. Puliamo mondo

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Goodbye Piscina?

Goodbye Piscina? La voce che l'ufo atterrato nel parco l'anno scorso sia definitivamente decollato e si trovi parcheggiato in un'orbita interplanetaria esterna al sistema solare si fa sempre più insistente. I "bene informati" sono sicuri che, complice la crisi, le critiche, i vari problemi, presto l'istruttoria si concluderà con un pronunciamento se non di bocciatura di rinvio a tempi futuri. Sara' vero? Vedremo. Noi non abbiamo fretta, aspettiamo pazienti che il Consiglio Comunale si pronunci, sperando che si possa passare dalla piscina al parco e che, anche se con poche risorse, si lavori per la tutela e il rilancio del principale polmone di verde della nostra città.

giovedì 1 settembre 2011

Io non ci sto. Di Germano Bulgarelli



Una denuncia senza precedenti, che invita a riflettere e a prendere posizione sulle vicende urbanistiche modenesi. Per saperne di più scarica il testo integrale della sua lettera aperta alla città: Lettera aperta alla città
Per vedere la stampa: Rassegna stampa

Germano Bulgarelli (1933), laureato in Giurisprudenza, ha una lunga esperienza nel governo del territorio. 
Assessore all’urbanistica del Comune di Modena dal 1964 al 1970, diresse la formazione del piano regolatore del 1965, pietra miliare dell’elaborazione culturale urbanistica in ambito nazionale.
Dal 1972 al 1980 guidò come Sindaco la fase di più intenso sviluppo economico, sociale e urbanistico nella storia di Modena, inaugurando politiche assolutamente innovative nell’istruzione, nei servizi, nell’ambiente, nell’offerta senza precedenti di aree comunali per lo sviluppo abitativo e produttivo: politiche tutte condivise e sostenute dall’unanime intesa di tutti i dieci comuni circostanti (il Comprensorio).
Ha concluso la sua esperienza di amministratore pubblico come Assessore al Bilancio e Programmazione della Regione Emilia-Romagna, carica che ha ricoperto dal 1980 al 1987.

lunedì 20 giugno 2011

Labirinti Ferrari

Si è tenuta oggi la conferenza stampa di presentazione dell’evento del 20/6 con l’anticipazione della prima proposta di Modena Attiva: i “Labirinti Ferrari”. Un sistema di tre labirinti, uno a raso nella pizza su viale Italia (per i bambini), uno fisso di 3500 mq con 2 km di percorsi nel verde da compiere in un tempo tra 20 minuti e due ore (i meno bravi) e il terzo “effimero”, da piantare con colture annuali e dedicato a temi diversi ogni anno.

I due labirinti, effimero e fisso, sono previsti con un biglietto d’ingresso, da 3 a 5 euro, per sostenere il costo e la manutenzione. I labirinti sono una grande attrazione, coerenti con il verde del Parco, sono una bella esperienza individuale e si possono collegare ad un percorso promozionale con il centro storico e il Museo Ferrari.

sabato 11 giugno 2011

I conti tornano. Ma solo a Carpi!

Il Consiglio Comunale di Carpi ha approvato il progetto definitivo di ampliamento della piscina Campedelli.
 
L'impianto, ben più grande di quello previsto per il Parco Ferrari, con 3 vasche, tribuna da 400 posti e servizi, costerà 11 milioni di euro, di cui il 68% a carico del pubblico e 3,5 milioni di euro a carico del privato.
Inoltre il Comune erogherà un contributo per i costi di gestione di 100.000 euro all’anno, mentre il privato si farà carico dei costi di manutenzione ma fino ad un limite di 90.000 euro all’anno.
 

Da mesi ripetiamo che i dati sugli impianti natatori confermano che nessuna piscina può sostenere un investimento privato ripagato dalla gestione superiore a 3 milioni di euro, come i conti di Carpi confermano.

Ma allora come è possibile continuare a sostenere che la piscina al Parco Ferrari costerà 10 milioni di euro tutti a carico del privato? E chi è questo benefattore, disposto a farsi carico di una simile perdita e pronto a rimetterci 7 milioni di euro sostenendo un conflitto con tutta la città pur di realizzare una piscina nel Parco Ferrari?

Non crediamo alle favole, e per ora i conti tornano, ma solo a Carpi.

domenica 5 giugno 2011

A:A:A: Bicicletta Graziella Cercasi

Si riparte con il corso per insegnare l'utilizzo della biciclette alle donne straniere

La Fiab di Modena sta organizzando per i mesi di giugno e luglio un nuovo corso per insegnare alle donne straniere (e non) ad andare in bicicletta.

L'iniziativa (già sperimentata con successo) nasce dalla necessità di agevolare le donne nel loro percorso di inserimento in un contesto lavorativo e nella società utilizzando la biciclette laddove i mezzi pubblici non arrivano o sono scarsi.A tale scopo necessitano BICI IN PRESTITO (ANCHE I REGALI NON SI DISDEGNANO) TIPO GRAZIELLE O COMUNQUE CON UN TELAIO PICCOLO.

Telefonare ai seguenti numeri: 3391118645 (Giovanna) 3384882782 (Luana)

giovedì 19 maggio 2011

Basta costruire senza tener conto dell'esistente

Basta costruire alloggi senza tenere conto del patrimonio esistente, non proseguiamo in questa follia di non crescita, anzi che sviluppa degrado con quartieri semideserti e distrugge l'unica fonte di sostentamento: il suolo e l'ambiente. Quando ho comprato casa, ho SCELTO dove vivere in base alle mie esigenze famigliari e lavorative, con uno strumento sociale: mutuo regionale. Così ho SCELTO di ristrutturare una abitazione esistente e di vivere in un quartiere a contatto con altri famigliari ed amici, integrandomi e riconoscendomi nella mia comunità. Invece di proseguire su questa strada virtuosa, che può essere ripresa con nuove scelte di politica abitativa mirate all'accesso agli alloggi sfitti privati e non, sono iniziate le speculazioni/finte/sociali... e stranamente (??) più costruivano e più il i costi del mercato immobiliare crescevano.. queste new towns, hanno costretto la gente a NON SCEGLIERE...a disgregare il tessuto sociale e poi si dice democratici?? Hanno fatto sì che intere zone si spopolassero impedendo il un ricambio fisiologico con l'inevitabile degrado che pesa sulla collettività. Con il pellegrinaggio da una parte all'altra della città per tenere i contatti con i famigliari, generazioni che crescono in auto e non si riconoscono in nessun quartiere poiché non lo hanno vissuto. Questi politici non vogliono aver colpe? Scherziamo? Ma chi amministrava e amministra.. le colpe sono evidenti! Manca la decenza e l'onestà intellettuale di ammettere. Sono molto delusa e preoccupata per i miei figli e per le future generazioni e mi scandalizza la caparbietà di proseguire su questi negative scelte. Per non parlare del delirio dei numeri sulla crescita: tanti abitanti in più... ma sanno cosa vuol dire sfamare (ci metto dentro il lavoro e anche le risorse alimentari) tanta gente? E l'inquinamento che crescerebbe? Siamo fra le 30 città più inquinate ed acceleriamo proseguire con l'antropizzazione? E' delirante. Basterebbe fare per un po’ il contadino: allora si percepirebbe che nulla è regalato e dal momento che hai distrutto il raccolto o non hai più terra... è la fame. Non si può pensare la città che cresce, ma iniziare a pensare che la TERRA DIMINUISCE e con lei la nostra vita futura.

domenica 15 maggio 2011

Un campo di calcio che si chiama Franco Cesana.

SPETTACOLO TEATRALE " UN CAMPO DI CALCIO CHE SI CHIAMA FRANCO CESANA",  regia di Ivan Andreoli e Milena Nicolini, che si terrà presso la Polisportiva Sacca MODENA mercoledì 18 maggio ore 21, ingresso gratuito. Lo spettacolo, messo in scena da giovani studenti, oltre ad accennare al problema del campo di calcio Franco Cesana, ricostruisce la vicenda di Franco Cesana, il più giovane partigiano d'Italia, ucciso a 13 anni sulle colline Modenesi, nel settembre del 1944. 

Il Comitato Sacca è nato nei primi mesi del 2010  per iniziativa di alcuni comuni cittadini, quando si è saputo che L'Amministrazione comunale aveva deciso di variare la destinazione dello spazio verde, ora adibito a campo di calcio col nome di 'Franco Cesana', da pubblico a privato, per poterlo vendere a privati con il fine di costruirvi edifici abitativi. Per quanto i vari progetti presentati dall'Amministrazione siano stati più volte variati nel senso di adeguare il più possibile le nuove alle vecchie abitazioni del Villaggio Ina Casa, di fatto quello spazio verde verrebbe quasi del tutto annullato, arrecando un grande danno al Villaggio Ina Casa, che usufruisce solo di piccolissimi parchetti, anche scarsamente attrezzati. Il Comitato Sacca, composto di comuni cittadini, ha sempre scelto la via del dialogo e del confronto con le Istituzioni, ma rimanendo fermo su alcuni punti di base: 
Quello spazio aperto, verde, nacque nel 1961 insieme al progetto urbanistico del Villaggio Ina Casa: ne doveva essere il cuore, il punto di incontro: Essendo il quartiere operaio privo di luoghi di ritrovo per i ragazzi, si decise di destinarlo a campo di football, per dare l'opportunità di fare sport anche ai giovani figli di operai. Così è rimasto da allora. E così deve rimanere: uno spazio pubblico, a disposizione della gente del Villaggio, se non più come campo di calcio, allora come spazio verde attrezzato per i tanti anziani che qui abitano, per i tanti ragazzini e giovani privi di punti di ritrovo specifici, per iniziative della collettività tese a rinforzare o creare  rapporti  tra persone anche di differenti  provenienze  geografiche.Continuare a cementificare, pensando magari che sia da traino per la ripresa economica, è un errore prospettico, non solo di tipo economico, come sottolineano molti esperti, ma soprattutto per la salvaguardia dell'ambiente. E' stato detto in vari articoli sui giornali che l'intento dell'Amministrazione, più che di realizzare significativi introiti economici (infatti, il ricavato di vendita sarebbe del tutto irrisorio rispetto ai bisogni - pur sacrosanti - dell'Amministrazione), è quello di progettare con la costruzione di tre palazzine la riqualificazione del Villaggio,  che starebbe vivendo un grave degrado a causa di abitazioni lasciate senza lavori di restauro e di una  popolazione molto invecchiata. E di una forte presenza di stranieri, aggiungiamo noi, se non si progettano iniziative per creare occasioni di incontro, conoscenza reciproca e scambio. Come un bello spazio verde pubblico al centro del Villaggio. In che modo invece la costruzione di tre palazzine, che porterebbe più famiglie, più auto, più bisogni, più intasamento  su quel medesimo spazio senza verde sufficiente, senza attrezzature e ritrovi per i giovani, con una viabilità antiquata, favorirebbe la ristrutturazione delle case, il rinnovo della popolazione, l'integrazione fra diverse etnie?  
Il Comitato Sacca non vuole promuovere nè guerre nè polemiche, ma ritiene che sia giusto, soprattutto oggi, di fronte al grande degrado dello scontro politico, che i cittadini, la gente comune, riprendano ad occuparsi della loro vita, del loro spazio e tempo di vita, discutendo, proponendo e, sì, anche dicendo 'no' qualche volta ai propri Amministratori, magari pur avendoli votati. Pare al Comitato un segno  non di esibizione egoistica, ma di di riconquistata civiltà.    

Milena Nicolini

giovedì 12 maggio 2011

Silingardi vs Sitta: faccia a faccia alla Gazzetta

Venerdì 13/05 alle ore 12 presso la Gazzetta di Modena, organizzato dal direttore Antonio Ramenghi, faccia a faccia Silingardi vs Sitta sui temi dell’urbanistica e della città di domani.
L’incontro sarà l’occasione per un confronto di merito sulla vision della città, sull’uso del suolo, sulle politiche abitative e sulla sostenibilità. Siamo convinti che parlarsi sia l’unico sistema per contribuire al bene della nostra città, che debba essere fatto nel rispetto delle persone e con onestà intellettuale.
I temi sul tappeto son tanti: PSC a saldo zero, riqualificazione urbana, mobilità sostenibile, lavoro, sviluppo e sostenibilità.
Hai domande da segnalare, hai qualcosa di particolare da chiedere, hai un argomento da suggerire? Scrivi a 

mercoledì 11 maggio 2011

L'infiltrato

Ringraziamo Luca Gozzoli per la preziosa segnalazione, in mezzo ai tanti contrari alla piscina nel Parco Ferrari si nasconde un pericoloso infiltrato. Non è un vero ambientalista, ma solo un’opportunista. Il suo identikit, grazie al comunicato inviato alla stampa, è facilmente identificabile: viaggia su un’auto di grossa cilindrata, trascura i modelli ibridi o a metano, possiede più di un’abitazione, tra cui una bella dimora in città e una in collina circondata da una giardino privato, non ha mai attraversato la città in bicicletta, e mangia carne. Pare che addirittura nel suo bel giardino abbia una piscina! Per identificare meglio il pericoloso pseudo ambientalista chiediamo al consigliere Gozzoli di chiarirci un particolare per garantire una rapida e certa identificazione, di che tipo è la piscina: coperta, scoperta, interrata, in rilievo o gonfiabile? Sa consigliere, non tutte le piscine sono uguali.