domenica 15 maggio 2011

Un campo di calcio che si chiama Franco Cesana.

SPETTACOLO TEATRALE " UN CAMPO DI CALCIO CHE SI CHIAMA FRANCO CESANA",  regia di Ivan Andreoli e Milena Nicolini, che si terrà presso la Polisportiva Sacca MODENA mercoledì 18 maggio ore 21, ingresso gratuito. Lo spettacolo, messo in scena da giovani studenti, oltre ad accennare al problema del campo di calcio Franco Cesana, ricostruisce la vicenda di Franco Cesana, il più giovane partigiano d'Italia, ucciso a 13 anni sulle colline Modenesi, nel settembre del 1944. 

Il Comitato Sacca è nato nei primi mesi del 2010  per iniziativa di alcuni comuni cittadini, quando si è saputo che L'Amministrazione comunale aveva deciso di variare la destinazione dello spazio verde, ora adibito a campo di calcio col nome di 'Franco Cesana', da pubblico a privato, per poterlo vendere a privati con il fine di costruirvi edifici abitativi. Per quanto i vari progetti presentati dall'Amministrazione siano stati più volte variati nel senso di adeguare il più possibile le nuove alle vecchie abitazioni del Villaggio Ina Casa, di fatto quello spazio verde verrebbe quasi del tutto annullato, arrecando un grande danno al Villaggio Ina Casa, che usufruisce solo di piccolissimi parchetti, anche scarsamente attrezzati. Il Comitato Sacca, composto di comuni cittadini, ha sempre scelto la via del dialogo e del confronto con le Istituzioni, ma rimanendo fermo su alcuni punti di base: 
Quello spazio aperto, verde, nacque nel 1961 insieme al progetto urbanistico del Villaggio Ina Casa: ne doveva essere il cuore, il punto di incontro: Essendo il quartiere operaio privo di luoghi di ritrovo per i ragazzi, si decise di destinarlo a campo di football, per dare l'opportunità di fare sport anche ai giovani figli di operai. Così è rimasto da allora. E così deve rimanere: uno spazio pubblico, a disposizione della gente del Villaggio, se non più come campo di calcio, allora come spazio verde attrezzato per i tanti anziani che qui abitano, per i tanti ragazzini e giovani privi di punti di ritrovo specifici, per iniziative della collettività tese a rinforzare o creare  rapporti  tra persone anche di differenti  provenienze  geografiche.Continuare a cementificare, pensando magari che sia da traino per la ripresa economica, è un errore prospettico, non solo di tipo economico, come sottolineano molti esperti, ma soprattutto per la salvaguardia dell'ambiente. E' stato detto in vari articoli sui giornali che l'intento dell'Amministrazione, più che di realizzare significativi introiti economici (infatti, il ricavato di vendita sarebbe del tutto irrisorio rispetto ai bisogni - pur sacrosanti - dell'Amministrazione), è quello di progettare con la costruzione di tre palazzine la riqualificazione del Villaggio,  che starebbe vivendo un grave degrado a causa di abitazioni lasciate senza lavori di restauro e di una  popolazione molto invecchiata. E di una forte presenza di stranieri, aggiungiamo noi, se non si progettano iniziative per creare occasioni di incontro, conoscenza reciproca e scambio. Come un bello spazio verde pubblico al centro del Villaggio. In che modo invece la costruzione di tre palazzine, che porterebbe più famiglie, più auto, più bisogni, più intasamento  su quel medesimo spazio senza verde sufficiente, senza attrezzature e ritrovi per i giovani, con una viabilità antiquata, favorirebbe la ristrutturazione delle case, il rinnovo della popolazione, l'integrazione fra diverse etnie?  
Il Comitato Sacca non vuole promuovere nè guerre nè polemiche, ma ritiene che sia giusto, soprattutto oggi, di fronte al grande degrado dello scontro politico, che i cittadini, la gente comune, riprendano ad occuparsi della loro vita, del loro spazio e tempo di vita, discutendo, proponendo e, sì, anche dicendo 'no' qualche volta ai propri Amministratori, magari pur avendoli votati. Pare al Comitato un segno  non di esibizione egoistica, ma di di riconquistata civiltà.    

Milena Nicolini

Nessun commento:

Posta un commento