lunedì 3 ottobre 2011

Lettera di Luca De Pietri a Boschini

Gentile Boschini,

Ho letto sulla Gazzetta di Modena di oggi le sue legittime, quanto a mio parere non condivisibili, osservazioni nei confronti dell’arch. Righi Ezio e del suo ostinato e puntuale commento alle scelte urbanistiche della giunta.

Un giudizio, il suo, che non condivido nel merito e nel metodo, ma che definisce con chiarezza la posizione del PD di Modena che lei rappresenta. Quasi che la posizione dell’arch.tto Righi non fosse stata mai espressa all’interno dei forum del PD o nelle diverse istanze ed opportunita’ di confronto interno, se possibile.

Per chi come me ,e’ iscritto al pd dalla sua fondazione dispiace dover constatare che a 8 mesi dalla nascita di Modena Attiva, dopo mesi di confronti anche aspri, decisi , ma nel merito e mi darà atto senza altri motivi del battersi in cio’ che e’ giusto, non solo e’ continuato il disinteresse, anzi s’e’ ulteriormente liquidato il tema del dissenso con apparente sufficienza, ma nel profondo con una decisa volonta’ di emarginazione, per me come per altri nessuna possibilita’ di dialogo, tranne con alcuni amici come Trande,Vecchi, o Casadei e la segretaria del mio circolo, persone a cui confermo la mia stima e amicizia.

Il Pd aveva un’obiettivo ambizioso al quale avevo aderito con entusiasmo e che ora faccio fatica a riconoscere in questo partito, in numerosi ambiti. Dalle posizioni ambigue su importanti temi etici e valoriali (scuola private, omofobia,ma anche Afghanistan,guerra in libia), alla gestione di processi politici locali e nazionali (referendum su acqua e nucleare o sul tema dell’inceneritore e dei rifiuti). Molte delle persone, come me provenienti da ambiti diversi da ds e margherita che si erano avvicinate al progetto del Pd si erano illusi che avrebbero potuto portare un contributo in termini di idee e innovazione, di partecipare ad un laboratorio in costruzione di un’identita’ di alternativa non solo al Berlusconismo, ma piu’ ambiziosamente a un’idea di sinistra, di equita’e giustizia, con attenzione ed ascolto per le idee innovative che pur circolano in europa nella cultura riformista ed ecologista. Una delle prime domande che ci siamo posti alla nascita di MA era quali nuove modalità di coinvolgimento e ricambio ha creato il Partito? Questa emarginazione non ha certo offeso né me , tantomeno credo, le altre persone già molto impegnate fuori dalla politica. Mi chiedo tuttavia se era necessario fare tanto rumore sul ricambio generazionale quando basta guardare chi sta ancora in cabina di regia per capire che, in fondo, non è cambiato niente. Inneggiare al cambiamento, all’idea di una società e di una politica nuove serve a poco se manca il coraggio di intraprendere fino in fondo le azioni necessarie a realizzare queste idee.

Poi e’ evidente che il partito perde quella capacita’ di incidere sulle politiche di giunta o di governo ,se le spinte di proposte innovative non escono dallo slogan propagandistico invece per dimostrare che un’altra idea di societa e' possibile’, poco e’ uscito dal convegno sul lavoro come disegno strategico, quindi molto dall’illusoria e superficiale proposta locale “piu’ si costruisce piu’ lavoro c’e’”.

Ancora assisto ai balletti delle alleanze, quasi interessi solo vincere, piuttosto che convincere su un progetto di idee condivise. Il punto e’ proprio ,che e’ con questa lente che il pd o almeno la sua classe dirigente, legge la societa’ ed i suoi mutamenti. Dovevamo attendere il 2011 per accorgerci di un precariato disperato e debole?di un'ingiustizia generazionale sul riconoscimento dei diritti al lavoro come ad una pensione giusta? Dovevamo aspettare Penati o Tedesco per declinare con chiarezza la distanza tra affari e politica? Dovevamo attendere fukushima per un giudizio chiaro sul nucleare o meglio su una chiara strategia energetica? Ancora chiedo il rinnovamento della classe dirigente del partito e delle sue rappresentanze quali disastri deve ancora attendere,e quali occasioni perdere?

Vede caro Boschini, io pensavo che il clamore e le adesioni su un semplice “urlo di partecipazione” che Modena Attiva aveva lanciato anche nella ns citta’ fosse colto con capacita’ di ascolto ,ma non e’ stato cosi’. Altri hanno raccolto questa volonta’ di discussione e cambiamento,ma non il mio partito in altalena costante tra l’anatema ed il bonario “suvvia state buoni”.

Il pd e’ costituito da un composito popolo di straordinaria indulgenza, capacita’ e coraggio ,non leggo aime’ nella sua classe dirigente con le debite eccezioni quella capacita’ di “mettersi in cammino” a cui faceva riferimento Veltroni alla nascita del pd, cioe’ di avviare un profondo rinnovamento culturale e politico in grado di fornire il senso di appartenenza ad un progetto politico condiviso, forse perche' in fondo non lo pensava davvero.

Ho assistito a straordinari balletti da vecchia politica, anche nella mia citta’ in un confuso rapporto tra eletti e partito, la trasfigurazione di quella che e’ stata a Modena la buona amministrazione che spesso addirittura al contrario, faceva sintesi,di buona politica, nelle alleanze di governo della citta’, anche oltre i partiti che la sostenevano.

Cosi’ fu per il sindaco Barbolini nella pluralita’ di esperienze che componevano le sue giunte, ma non per Pighi dopo la nascita del pd e questo e’ un fatto non casualmente voluto.

L’incapacita’ di incidere del pd modenese sulla disastrata giunta Pighi e’ il sintomo di una debolezza non sua personale Boschini , ma strutturale del pd stesso, dove purtroppo straordinarie oligarchie di poteri dentro e fuori il partito ne indeboliscono il ruolo e la “portanza” politica. Non e’ un caso che infatti corrisponda all’agire politico della giunta che pur sostengo, la “cabala degli interessi” estranei spesso ai bisogni, dobbiamo costruire di piu’ incenerire di piu’, consumare di piu’ ecc

Disattendendo quell’atteggiamento virtuoso e corretto della sobrieta’ alla base della cultura contadina della gente della ns citta’, del consumare meno e meglio nell’interesse comune, ed anche tradurre le necessita’ del bene comune in opportunita’ per la crescita, l’occupazione,il vivere bene in un’ambiente migliore e piu’ sano.

La scelta dell’incenerimento e di una strategia sui temi dell’ambiente declinata da Hera e’ una contraddizione evidente e palese, cosi’ come un psc fatto per i costruttori invece che per i cittadini, non basta ora assieparsi dietro la richiesta di hausing sociale per convincere a costruire nelle zone a servizi, perche’ queste scelte le avevate gia’ in cantiere ben prima della crisi e con franchezza con ben altri obiettivi. La performante abitudine dell’Assessore alle urbanizzazioni di costruire laddove e’ possibile e anche dove no, per buona pace della mancanza di una strategia piu’ ampia e coerente dei confini del Comune di Modena, e’ il sintomo evidente di una mancanza di visione strategica di ampio respiro, senza la quale prende forma solo la richiesta di chi ha potere e forza di chiedere, rispetto chi questo potere , questa forza non ha .

Questo aspetto di mancanza di governance, di strategie “alte” , nella confusione di ruoli tra eletti , nominati nelle giunte e negl’enti o societa’ di servizi e partito,crea incertezza programmatica.Piu' sono riststretti i limiti nell’orrizzonte culturale di riferimento, piu evidente e' la debolezza della funzione del partito. Tutta questa confusione, accompagnata da una crisi economica che mina fortemente le capacita’ delle pubbliche amministrazioni, e’ un segnale che afferma che la giunta della citta’ abbisognerebbe di un profondo adeguamento , anziche’ aggiustamenti di maniera, un di piu’ appunto, come intende il Sindaco,risposte deboli appunto su cui il partito non puo' incidere piu' di tanto.

Non pretendo ovviamente che lei risponda gentile Boschini a queste mie spontanee riflessioni , quanto piuttosto per correttezza ,addurre alcuni motivi nel confermarle x coerenza le mie dimissioni dal PD modenese, restituendo la tessera al segretario del mio circolo.

Con stima

Luca De Pietri

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