sabato 28 luglio 2012

Contrastare la corruzione con la trasparenza e la partecipazione


Le vicende di Serramazzoni, Zocca, Carpi e Castelfranco, ognuna con la propria specificità e ognuna con la propria storia giudiziaria hanno un fattore comune che la politica non può sottacere. Sono un segnale di allarme, grave perché non isolato, del superamento di un limite inviolabile, il rispetto delle regole. 

Sono vicende che fanno il paio con il mancato rispetto delle prescrizioni emerso nella realizzazione della pista di Marzaglia. Fatto politicamente grave perché realizzato con il consenso politico dell'amministrazione e in contrasto che le direttive del Consiglio Comunale. O con la volontà di costruire sui Campi Acquiferi, con accordi già sottoscritti con i privati e sospesi solo grazie alle resistenze dei cittadini.

E che si inseriscono in un contesto troppo spesso consociativo, che ricerca equilibri predefiniti tra le imprese dove invece dovrebbe esserci competizione, tutela dell'interesse pubblico, garanzia del miglior utilizzo delle risorse collettive, come il denaro, il suolo, l'acqua, l'ambiente.

In questa situazione sarebbe bene andare oltre alle polemiche e fare un approfondito esame di coscienza per capire cosa sta accadendo nelle nostre amministrazioni, per ripristinare una tradizione morale che ha caratterizzato questi territori.

Perché due dati sono evidenti: esiste un problema di indipendenza politica dai poteri forti e uno di corruzione nella pubblica amministrazione.

Due anni fa, nel momento in cui partì la battaglia per la salvaguardia del Parco Ferrari, feci una grave considerazione con i due segretari del mio partito, Baruffi e Boschini: da alcuni anni troppe decisioni che contano non sono più assunte negli luoghi deputati, ne per il PD ne per l'amministrazione. L'azione contro la scelta, presentata come già assunta ma mai formalizzata, di costruire una piscina nel Parco Ferrari aveva anche questo aspetto, riconsegnare ai luoghi deputati la responsabilità reale di decidere. 

Purtroppo i partiti hanno evidenti problemi, come dimostrano alcune vicende che pesano come macigni sull'uso del territorio. Chi non può  garantire la propria indipendenza e la propria autonomia decisionale non avrà l'autorità morale e la serenità per contrastare questi fenomeni degenerativi.
La politica deve sempre garantire che i processi decisionali siano trasparenti e democratici, pena la perdita di credibilità di fronte ai cittadini e la diffusione di una cultura fertile per la corruzione. E se i casi scoperti sono 4 bisogna temere che ve ne siano altri, e ognuno di noi deve impegnarsi per farli emergere, per fare pulizia, per recuperare un principio assoluto di legalità e contrastare un grave decadimento etico. 


Paolo Silingardi
Modena Attiva

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